And Just Like That 2 è come quegli ex sempre affascinanti, ma anche un po’ imbarazzanti
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And Just Like That 2 è come quegli ex sempre affascinanti, ma anche un po’ imbarazzanti | Wired Italia


Nel primo episodio della seconda stagione di And Just Like That… il revival di Sex and the City che torna su Sky e Now dal 23 giugno, Carrie (Sarah Jessica Parker) e le sue amiche si preparano per partecipare al Met Gala. Nella linea narrativa iniziata dalla serie nel lontano 1998 questa è uno di quei momenti culminativi che i fan aspettavano da tempo: ha senso che questo gruppo di amiche, da sempre forsennate fashionistas, abbiano l’opportunità di accedere uno degli eventi modaioli più prestigiosi ed esclusivi del mondo. Ma quello che sembra un compimento ideale è anche la dimostrazione di questa serie che sembra alzare sempre di più la posta su sé stessa: dopo il Met Gala cosa potranno porsi mai come obiettivo le nostre protagoniste?

Che questa serie sia caratterizzata da una specie di inessenzialità era già chiarissimo dalla prima stagione, che però era minata da problemi piuttosto mastodontici: il lutto come espediente narrativo eclatante, la necessità forzatamente woke di una modernizzazione di temi, battute e persino cast, la nostalgia come arma estetizzante di attenzione. Questo nuovo ciclo di episodi si mantiene su quella stessa scia, ma sembra ritrovare una specie di spensieratezza che alleggerisce certe zavorre: senza il tema fagocitante della morte di Big, Carrie può permettersi di vivere una propria fase di cambiamento, tra il suo nuovo podcast e un libro – il più serio mai scritto – in uscita; Miranda (Cynthia Nixon) scopre la sua nuova sé anche arrivando a scontrarsi con la nuova fiamma Che (Sara Ramírez), per cui ha cambiato completamente vita (e sponda degli Stati Uniti) ma forse troppo avventatamente; Charlotte (Kristin Davis), infine, vuole emanciparsi dal solo contesto familiare e prova a ritornare nel mondo del lavoro.

Le loro storie individuali trovano un passo più convincente in questa stagione, anche a costo di svolgersi in modo decisamente indipendente le une dalle altre (Carrier, Miranda e Charlotte si vedono relativamente poco assieme in questi primi episodi). Sembra funzionare meglio anche il cast che potremmo definire “secondario”, ovvero le nuove amiche introdotte nella prima stagione, criticate da molti perché rappresentavano una specie di “quota diversity” più imposta dai tempi che per genuina evoluzione della situazione. Con l’avanzare della serie, Nya (Karen Pittman), Lisa (Nicole Ari Parker) e Seema (Sarita Choudhury) sembrano personaggi più rotondi e funzionali, soprattutto per il modo in cui si relazionano al trio originale, quasi funzionassero da opposizione e motore di cambiamento positivo sulle tre amiche originali. In generale il gruppo di donne offre parecchi spunti interessanti sebbene fugaci, ma forse interessanti proprio perché fugaci, nello stile del più classico Sex and the City: si va dalle corse a comprare i preservativi nella tormenta a problemi con l’eiaculazione precoce, dagli appuntamenti romantici passati i 50 anni agli amanti con la pompetta (sì, quella pompetta).



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di Paolo Armelli www.wired.it 2023-06-23 13:07:50 ,

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